Processi di Finitura
Passivazione
Passivazione è il termine generalmente utilizzato per indicare un trattamento chimico superficiale del getto teso a migliorarne la resistenza alla corrosione. Esistono numerose finiture brevettate, molte delle quali a base di cromo. Uno dei vantaggi principali di questo tipo di finitura è lo spessore ridotto ed omogeneo: di solito inferiore a 5μm, si traduce con la preservazione di una buona accuratezza dimensionale del getto.
L’aspetto di queste finiture è piuttosto variabile, dall’ossidato scuro all’oro, al bronzo e all’oliva, con la possibilità di ottenere anche alcune varietà di nero. Spesso il colore muta secondo il tipo di lega su cui è eseguito il trattamento e secondo le variabili di processo. La loro efficacia nel contrastare la corrosione varia da moderata a molto buona, in modo dipendente dalle sostanze chimiche scelte per la finitura e dalle condizioni di processo. E’ possibile ottenere un’elevata resistenza al test di corrosione in nebbia salina (ASTM B117), sino a circa 400 ore (è facile raggiungere 240 ore). In genere le passivazioni scure e quelle nere non sono in grado di raggiungere queste prestazioni.
Poiché l’aspetto superficiale del trattamento di passivazione dipende dal metallo su cui è applicato (solitamente è più luminoso sullo zinco non legato), è abbastanza comune rivestire i pressocolati con un sottile strato di zinco puro prima di eseguire il trattamento. L’efficacia di questa procedura non è sempre ottimale , in modo particolare per i getti realizzati in ZP3: su questa lega, infatti, è possibile ottenere direttamente una finitura brillante.
Nessuno dei semplici trattamenti chimici ottenuti per immersione disponibili oggi può resistere a temperature di 120°C senza presentare una seria degradazione delle abilità protettive contro la corrosione. L’aggiunta di speciali smalti, applicati per immersione secondo lo stesso metodo della passivazione, può migliorare in modo rilevante la resistenza anche a temperature più elevate.
In genere, i semplici trattamenti di passivazione chimica non presentano particolari problematiche e possono essere applicati anche su getti dalla qualità superficiale non eccezionale. Tra gli aspetti che il progettista deve tenere in considerazione, vi sono la necessità per le soluzioni chimiche di raggiungere le superfici che richiedono di essere finite ed il drenaggio del pezzo. I getti possono essere trattati in massa, oppure possono essere collocati su un’apposito telaio; in questo caso un supporto rotante consente di ottenere un buon drenaggio, ma questa soluzione è applicabile soltanto nel caso di pezzi abbastanza piccoli. Il trattamento in cesti dei getti dalle dimensioni maggiori deve considerare l’orientamento dei pezzi al fine di prevenire la formazione di tasche d’aria e garantire il drenaggio libero. La finitura a telaio è più adatta per alcuni pezzi, ma di solito richiede più tempo, ragion per cui è più costosa. Se sul getto non sono presenti dei punti comodi, nascosti ed adatti per il fissaggio, è necessario aggiungere delle zone apposite anche se questi richiedono un costo aggiuntivo (sempre da concordare con il pressofonditore ed il finitore).
L’aggiunta di uno smalto protettivo alla fine del processo richiede un buon drenaggio a causa della maggiore viscosità della soluzione utilizzata.
La risposta riguardo a quale finitura sia effettivamente più adatta per una data applicazione (una passivazione semplice oppure una passivazione seguita da smaltatura) dipende da quali sono gli aspetti più rilevanti per l’applicazione stessa, come la resistenza alla corrosione, la resistenza all’usura, lo spessore del rivestimento, etc
Riferimento 2 e Zinc alloy diecasting – selected corrosion preventative finishes